Condino, Legno Case chiude i cancelli

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Christian Morasso
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CONDINO. Crisi del settore del legno senza fine. Per la Legno Case di Condino un anno di cassa integrazione straordinaria, che segue quella ordinaria disposta in precedenza per la ditta del gruppo Paterno. Da lunedì a casa tutti i 49 dipendenti.

Il segretario della FILLEA-CGIL Trentina, Maurizio Zabbeni, spiega così la situazione: «Abbiamo concordato un anno di cassa integrazione straordinaria per tutti e 49 i dipendenti della Legno Case. Da lunedì al 2 novembre 2015. Si tratta di un passo necessario per dare sostegno a tanti lavoratori, ma che non significa che ci rassegniamo a veder chiudere l'impianto; ci è stato ancora riferito di commesse importanti in arrivo e quindi speriamo il lavoro possa riprendere quanto prima. Se ciò non dovesse verificarsi, entro i primi mesi del 2015 solleciteremo l'intervento delle istituzioni locali e provinciali a sostegno di una realtà produttiva che rischia seriamente di scomparire, e questo la Valle del Chiese non può più permetterselo dopo le tante chiusure susseguitesi negli ultimi tempi. Auspichiamo pertanto che venga fatto tutto il possibile da parte di azienda e istituzioni per salvare un’impresa di eccellenza e i suoi posti di lavoro».

Zabbeni spiega anche quali siano a suo giudizio le cause della crisi del settore che penalizza la Legno Case: «In primo luogo esiste un problema di mentalità. Si era diffusa la convinzione che ci sarebbero stati sempre appalti per tutti e che in ogni caso ci avrebbe pensato "mamma Provincia". Non è più così, però negli anni d'oro dell'edilizia si sono dati contributi a tutti a prescindere dal merito e dalla competitività, senza predisporre una strategia complessiva di sviluppo del settore, in tal modo alimentando frammentazione ed inefficienze.

Oggi, di fronte a dei mercati difficilissimi e senza più aiuti, le imprese si trovano senza paracadute. Se a tutto ciò aggiungiamo che con gli appalti al massimo ribasso si strangolano le imprese e che manca nella clientela la capacità di identificare correttamente le offerte migliori in rapporto qualità/prezzo, si capisce quale sia l'origine del male. Per uscirne servirebbe una politica industriale che punti alla filiera completa del legno, dalla cura del bosco alla realizzazione delle case, con standard e marchi di qualità ben definiti e riconosciuti, sviluppando un'economia distrettuale e riducendo l'attuale frammentazione. Certo si tratta di una situazione complessa ma un primo passo potrebbe essere togliere il costo del lavoro dai ribassi, facendo in modo che almeno questo fattore non sia oggetto di selvaggia concorrenza al ribasso». 

fonte: http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/

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Flavio  Delli Zotti
non conosco chiaramente l'aspetto amministrativo dell'azienda Legno Case. di certo so che un'alta professionalità e cura nella costruzione di case in legno, in altre realtà anche trentine sta facendo invece decollare questo settore con ordini sempre in aumento. La casa in legno non si improvvisa e chi ha avuto un approccio estremamente professionale al settore sta godendo di periodi favorevoli. Buon lavoro a tutti